Beppe Severgnini elogia Simone Inzaghi sul Corriere della Sera. A molti era sembrato una scelta di ripiego dopo Conte, invece non è andata così. Per tre motivi, dice, uno psicologico, uno tecnico e uno cinematografico. Inzaghi, scrive, è un pessimo attore: dice sempre la verità. Queste le sue parole:
“Siamo al terzo motivo per cui Inzaghi piace: il suo modo di presentarsi sul palcoscenico nerazzurro. Ogni allenatore è un attore: il calcio è uno spettacolo, in fondo. Ma non tutti gli attori sono uguali. Antonio Conte è un attore teatrale: drammatico, appassionato, sa pretendere un acquisto costoso come se recitasse Eschilo. Roberto Mancini è un attore cinematografico: gli basta muovere un sopracciglio per farsi capire, come un pistolero in un film western. José Mourinho è un attore totale, un talento poliedrico: potrebbe annunciare la formazione in endecasillabi, se volesse. Simone Inzaghi? Un pessimo attore, il peggiore sulla piazza. Ha la voce troppo alta, oppure la perde del tutto. Mostra quello che pensa con un candore commovente: gioia, delusione, preoccupazioni, irritazioni. Sembra incapace di mentire. Quando ripete — serio, senza ridere — che l’Inter in febbraio e marzo non ha registrato una flessione, vien voglia di abbracciarlo. Ecco perché ci piace, Simone Inzaghi. Finalmente uno che non recita. Sta lì, soffre e gioisce insieme a noi”, ha scritto sul Corriere della Sera Severgnini.
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