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Asllani: “Al messaggio di Zanetti sono quasi svenuto. L’Inter è il sogno della mia vita”

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Kristjan Asllani scrive una lettera per Cronache di Spogliatoio, il giocatore albanese si racconta fino all’arrivo all’Inter. Le sue parole:

“La ‘Sagra dello stringozzo’ è un appuntamento imperdibile dalle mie parti. A Buti ci sono arrivato quando avevo due anni, partendo con la mia famiglia dall’Albania. Due anni fa, prima del Covid, per l’ennesima volta c’ero anche io. Amo le sagre e fare il cameriere. Corri sudato schivando le sedie e le zanzare per portare il cibo ai compaesani, ai turisti e alle persone che accorrono dalle zone vicine. Due anni dopo, beh, ho dovuto saltare la sagra perché ho coronato il sogno di diventare un giocatore dell’Inter. Che emozione aver ricevuto quel messaggio da Javier Zanetti: «Benvenuto all’Inter, Kristjan». Sono mezzo svenuto. Mentre i miei migliori amici servivano ai tavoli, io mi sono ritrovato nella stessa stanza di Romelu Lukaku per fare la prova sotto sforzo durante le visite mediche. Avevo la maglia dell’Inter perché l’Inter mi aveva appena comprato. Ci ho capito poco di quei giorni, sono sincero: un po’ perché i riflettori non fanno per me, e forse Parco Danielli e Piazza Garibaldi sono gli unici luoghi in cui mi sento a casa; un po’ perché nel 2010 avevo 8 anni e in punta di piedi al bar, in mezzo agli anziani più alti di me, cercavo di vedere un pezzetto di schermo con la finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Quella notte ho capito che amavo questa squadra. Si sentivano le sedie fremere sulle mattonelle quando Milito ha puntato Van Buyten, poi non ci abbiamo capito più niente. Mi ricordo che è volato per terra qualche bicchiere, e io saltavo e saltavo”.

LA FEDE INTERISTA

“Non era un segreto, lo sapevano tutti. Tifavo Inter – sottolinea Asllani -. Ho realizzato il sogno della mia vita, indossare la maglia dell’Inter. Nel giro di un anno ho vinto il campionato Primavera, eliminando proprio l’Inter in semifinale con un gol su punizione; ho segnato il primo gol in Serie A contro l’Inter a San Siro. E alla fine sono diventato nerazzurro, anche se lo sono sempre stato. Dormivo con il pallone sotto al braccio, proteggendolo con la coperta come si fa da bambini per schermarsi dai mostri della notte. Sognavo i tifosi che urlano il mio nome al momento della firma. Pochi giorni fa ho scoperto che non era un sogno. Mio padre mi ha portato per la prima volta a Milano a vedere un derby tanti anni fa, vincemmo 2-1. Ci è tornato quando ho segnato proprio lì il mio primo gol in A, qualche mese fa. Doveva essere destino, lo aspetto al mio esordio: vediamo che combino”, conclude il centrocampista nerazzurro.

Cronache di Spogliatoio

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A Buffon non passa mai: “Ho vinto 12 scudetti, ma me ne hanno assegnati 10”

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Gianluigi Buffon interviene così nel corso di un evento aperto ai tifosi nella sede del ritiro di Pejo dove ha parlato del suo futuro e degli Scudetti ‘vinti’. Le sue parole:

“Dieci anni nel Parma nella prima vita, vent’anni alla Juve nella seconda vita, poi uno a Parigi, due alla Juve e ora chiudo il cerchio a Parma. E non ho 100 anni. Ritiro a 55 anni? Più o meno. Sto pensando da tanti anni a quando smetterò. Le idee mi si sono confuse, sono dieci anni che ci penso ma poi proseguo sempre – aggiunte l’ex Juve -. Se allenerò? Credo di aver fatto esperienze importanti, però non sono sicuro al 100% che rimarrò in questo mondo. Magari sperimenterò altro, il calcio lo conosco, sono curioso e mi piace conoscere anche altri mondi”.

SCUDETTI

“La domanda degli Scudetti vinti è pruriginosa – dice Buffon -. Noi siamo italiani e abbiamo un vocabolario che raccoglie ogni sfumatura. Ti dico che ho vinto 12 campionati italiani, ma me ne hanno assegnati 10. Ho vinto una Ligue 1 e col Parma qualche Coppa Italia, poi altre Supercoppe. L’unico titolo europeo l’ho vinto con il Parma, mentre con la Juve abbiamo perso tante finali”. 

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Evento maglia Inter 2022/23: le parole di Lukaku, Lautaro e Barella

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Durante la presentazione della nuova nuova maglia Home 2022/23 dell’Inter in piazza Gae Aulenti, hanno preso la parola Romelu Lukaku, Lautaro Martinez e Nicolò Barella.

LE PAROLE DI LUKAKU

“Quella di adesso. Perché sono andato via, ho fatto male vero? – dice Big Rom girandosi verso Barella che alza le mani -. Comunque adesso sono contento di indossare di nuovo questa maglia. Penso che quest’anno sarà una bella sfida, dobbiamo continuare così. Il mio abbraccio con Lautaro di oggi? Avevo bisogno di un po’ d’amore dopo le corse della mattina. La mia famiglia si è trovata sempre bene a Milano, mia madre veniva sempre qui. Era giusto tornare. La sconfitta in finale in Europa League è stato un grosso dolore per la nostra squadra ma ci ha aiutato a fare bene l’anno dopo per vincere lo scudetto. Anche la sconfitta contro  il Milan che era primo, poi quando li abbiamo superati questo ha fatto bene alla squadra. La grande sfida sarà ripetersi quest’anno”.

LE PAROLE DI LAUTARO

“Siamo contenti di iniziare questa nuova stagione e di continuare con questo concetto di famiglia. Vogliamo far capire a tutti che lottiamo per questo e che siamo uniti anche fuori dal campo. Il calcio femminile? Da quest’anno sono professioniste, sono contento per la crescita che stanno avendo nell’ultimo periodo. Sono contento, sicuramente è importante per loro”.

LE PAROLE DI BARELLA

“Il calcio è uno sport che mi fa stare a contatto con tante persone, tante culture, ma sicuramente quello che mi ha fatto crescere di più sono state le difficoltà. Nel calcio c’è il bello e c’è il brutto, con il tempo prendi tutto quello che puoi prendere e io sto cercando di farlo”, ha concluso Barella dopo le parole di Lautaro e Lukaku.

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