Mauro Suma e l’ossessione senza fine per l’Inter. Queste le parole del suo editoriale per Milan News:
“Ogni tanto mi capita di invidiare quelli che vivono a Narnia. Per loro c’è sempre una soluzione, una prova di forza. C’è la semifinale di coppa Italia col Milan e “loro”, cioè noi, giocano in casa all’andata. Che problema c’è’… cambiamo la regola e i gol in trasferta non valgono più doppio, così non c’è più il rischio che finisca come nel 2003. C’è l’arrivo in volata per il titolo e se si arriva a pari punti vince il Milan per la regola dello scontro diretto? Ma anche qui che problema c’è…si cambia la regola e si gioca lo spareggio, cos’è questa cosa dello scontro diretto… Ecco vedi, loro sì, che sono forti politicamente, e noi invece? Noi invece ce ne freghiamo, ecco la mia risposta – scrive convinto Suma. – Noi non vogliamo essere forti politicamente, non ce ne frega niente di esserlo. Noi abbiamo scelto di essere altro. Se esistono istituzioni disponibili ad essere dominate dal più furbo, dal più amico, dal più avvezzo e non ispirate dal più autorevole e dal più innovatore, facciano pure. Noi non sappiamo se vinceremo o non vinceremo, ma sappiamo che siamo altro. Ben altro”.
“Noi siamo quelli che non prendiamo i giocatori per la pressione della piazza e dei media, atmosfere sia ben chiaro create ad arte perchè se sei sotto pressione sei più disponibile alle pratiche care ad un certo modo di fare. Noi siamo quelli che i ricorsi non li fanno, che gli orari di gara li commentano ma li rispettano, che certe decisioni arbitrali le deglutiscono ma non le drammatizzano, che le plusvalenze non le fanno, che i bilanci non li strozzano, che a modelli societari appesantiti da accordi e da debiti ne preferiscono uno snello e sinuoso. Noi siamo quelli che sì al giocatore funzionale e in grado di inserirsi nel gruppo e nel progetto, noi siamo quelli che no al giocatore che deve guadagnare sette, otto, nove, dieci, perchè una volta in un’altra squadra ha fatto bene. Poi se a Narnia sfornano per gli ultras delle redazioni un nome al minuto e noi invece lavoriamo cauti, intensi, pancia a terra e silenziosi, se ne faranno tutti una ragione. Invidiamo quanto sono belli, ricchi ed effimeri, ma un attimo dopo torniamo al nostro di calcio, che è quello del campo, del gioco e del futuro”.
Insomma, c’è la conferma definitiva che Mauro Suma vive in un mondo a parte ma ancora non lo sa.