La pista che potrebbe portare Milan Skriniar al PSG si sta raffreddando. La notizia arriva direttamente dal quotidiano francese L’Equipe, ovvero il giornale sportivo più importante di Francia.
“L’Inter chiede tra i 60 e i 70 milioni di euro per Skriniar, somma ritenuta eccessiva da Campos, anche se il giocatore è il suo obiettivo principale in difesa. Oggi i negoziati sono fermi, al punto che la direzione parigina sta lavorando su altri due nomi Top secret. Luis Campos si trova di fronte a un problema che si aspettava di incontrare, ma forse non così grave: l’avidità dei club. «Quando vedono la Torre Eiffel il prezzo aumenta del 40%». È così che si presenta il dossier Milan Skriniar. «Conduciamo tre trattative per il difensore centrale», confida una fonte parigina”.
Alla fine il Torino ha accettato l’offerta da 40 milioni di euro più sette di bonus della Juve per Gleison Bremer. Ora, il club bianconero dovrà trovare l’intesa con gli agenti del centrale brasiliano, ma il sorpasso ai danni dell’Inter, che aveva messo sul piatto 30 milioni di euro più bonus, oltre al cartellino di Cesare Casadei valutato 7,5 milioni di euro, è stato operato. Lo riporta Sky Sport. Ma se torniamo indietro di qualche mese, al Torino erano convinti che Gleison Bremer non sarebbe mai andato nell’altra squadra della città: lo assicurava proprio il direttore sportivo dei granata Davide Vagnati.
Infatti, il ds granata alla domanda diretta rispose così ai microfoni di Dazn: “Bremer alla Juve dico di no – la risposta di Vagnati -. Un giocatore che ha indossato la maglia granata e l’ha sudata con grandissima professionalità come lui, penso faccia scelte diverse. Questo lo posso dire senza ombra di dubbio”.
Il presidente dell’Inter Steven Zhang ha perso una causa giudiziaria a Hong Kong nei confronti di alcuni creditori, rendendolo responsabile per 255 milioni di dollari (circa 250 milioni di euro) di debito. Il figlio di Zhang Jindong, scrive il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post e riportato da Calcio e Finanza, è stato citato in giudizio dai creditori lo scorso agosto per recuperare 255 milioni di dollari di prestiti e un’obbligazione inadempiente che ha garantito, impegni che ha successivamente rinnegato, adducendo falsità e ignoranza.
Zhang ha infatti garantito il rifinanziamento di 255 milioni di dollari di prestiti e obbligazioni firmati nel 2020, in una operazione conclusa con la China Construction Bank (Asia) Corporation Limited a favore della Great Matrix Ltd, società interamente controllata dallo stesso Zhang. Operazione che, nel corso del procedimento, Zhang ha rinnegato: in sua difesa, Zhang ha infatti affermato che le firme sui documenti di garanzia di rifinanziamento erano contraffatte e di non essere a conoscenza del rifinanziamento, affermazione che il giudice ha respinto.
“Zhang ha avanzato una vaga affermazione secondo cui sembra che alcuni membri del personale coinvolti nel progetto che avevano rapporti con la Banca potrebbero aver falsificato la mia firma per firmare a nome di Great Matrix e me stesso per assistere con il rifinanziamento”, si legge nei passaggi del verdetto.
Nel corso del processo, inoltre, è stato chiesti una perizia da parte di un esperto sulle firme da parte di Zhang nei documenti: perizia che ha spiegato come 5 delle 6 firme sull’accordo fossero state effettuate dallo stesso Zhang, mentre la sesta era stata aggiunta in una copia elettronica.
“Non c’è dubbio che Zhang abbia partecipato al finanziamento originario del progetto, e per il quale aveva dato le sue garanzie personali”, il giudice dell’Alta Corte l’on. Anthony Chan ha detto nel suo verdetto. “Considerato in tale ottica, il tentativo di Zhang di prendere le distanze con il rifinanziamento ha scarso merito”. Il verdetto mette i creditori nella posizione di rivendicare i 255 milioni di dollari dovuti da Zhang, oltre a interessi e costi. Inoltre, China Construction Bank (Asia) ha intentato una causa civile a Milano chiedendo al tribunale locale di invalidare una rinuncia del febbraio 2019 allo stipendio per Zhang nel suo ruolo da presidente dell’Inter, che aiuterebbe i creditori nel loro tentativo di recuperare i loro beni.
Anche altri creditori hanno messo nel mirino Suning. Un gruppo di obbligazionisti, tra cui la Bank of Shanghai e la Guangdong Huaxing Bank, hanno raccolto almeno il 25% dei titoli per richiedere il pagamento immediato, secondo quanto riportato dal South China Morning Post lo scorso anno, citando persone che hanno familiarità con il piano.