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Faraoni: “Inter? Questa la verità e mi rendo conto solo adesso”

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Davide Faraoni, ex terzino dell’Inter, ha scritto una lettera per Cronache di Spogliatoio. Queste le parole dell’esterno dell’Hellas Verona che racconta il suo passato in nerazzurro:

“Giocavo all’Inter in prima squadra e mi rendo conto solo ora di quanto fossi in una dimensione surreale. Direi in un sogno. Ero un ragazzo e non pensavo alle preoccupazioni, giocavo tranquillo. Purtroppo non ero all’altezza dei nerazzurri e di conseguenza non potevo rimanerci. Arrivai all’Inter dopo il Triplete, insomma, con loro non centravo nulla sia fisicamente che tecnicamente”.

Faraoni continua raccontando gli anni nella Primavera: “A Milano conobbi un ragazzo svedese e tutti lo chiamavano ‘Ikea’, vi dico la verità che non sapevo cosa fosse l’Ikea. Mi colpivano i suoi modi perché erano l’opposto dei miei. Lui tutto ordinato, in allenamento arrivava con un macchinone perché suo padre lavorava per Microsoft. Diciamo che il suo mondo con il mio non c’entrava assolutamente nulla. Ho fatto tante amicizie soprattutto con Denis Alibec e Samuele Logo. In uno dei miei compleanni mi hanno regalato un cuore grosso con i loro autografi, c’è l’ho ancora oggi”, ha concluso il giocatore.

Martorelli: “Bonaventura? Lo voleva Ausilio ma Mazzarri disse di no. Poi l’Inter spese 30 mln per Gagliardini”

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Il procuratore Giocondo Martorelli ha parlato in esclusiva sul canale Twitch di MilanNews.it. Queste le sue parole su alcuni retroscena legati all’Inter:

“Ho cominciato a fare il procuratore da quando ero all’università perché amavo troppo il calcio. I primi rapporti sono stati con l’Inter e con tanti giocatori giovani che vinsero lo scudetto dell’80. Tra i primi giovani c’è stato Beppe Bergomi e da lì che cominciò un legame importante tra me e lui, infatti, sono stato per trent’anni il suo procuratore. Oggi quel rapporto non esiste più tra il calciatore e il procuratore perché si cambia spesso e volentieri”. 

Martorelli parla anche di Giocomo Bonaventura, seguito da molto tempo da Piero Ausilio ma poi finì alle corti del Milan: “La notizia più importante di quei tempi, Ausilio mi chiamò perché volevano chiudere l’affare. C’erano lui, i Percassi e il direttore Marino, era quasi fatta, mancavano solo le firme. Dopo qualche ora Ausilio mi richiama e mi dice ‘Ascolta Giocondo, Mazzarri non è molto d’accordo con l’arrivo di Bonaventura all’Inter’. Poi mi spiega che non voleva altri giocatori che lo mettessero in difficoltà con le scelte. Quindi niente Inter, l’affare saltò per volere del tecnico e da lì entrò in scena Adriano Galliani. Al Milan è andata bene perché l’ha pagato davvero una miseria, sette milioni di euro non sono nulla per una squadra di un certo calibro. Il problema arriva dopo qualche mese, perché ricordo molto bene il passaggio di Roberto Gagliardini dall’Atalanta all’Inter per quasi trenta milioni di euro durante il mercato di gennaio. Dopo sole dieci presenze in campionato questo giocatore passa ad un’altra squadra per una cifra spropositata. Sono rimasto senza parole”. 

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Onana, Song racconta: “Ha pianto quando gli ho detto che non volevo più lavorare con lui”

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Il caso tra André Onana e Rigobert Song non si è ancora chiuso. Nelle ultime ore gira un video in cui l’allenatore del Camerun ha spiegato il motivo dell’esclusione dell’estremo difensore dell’Inter. Queste le sue parole:

“Volevo parlare con il presidente e sono andato da lui per spiegargli tutto. A Onana gli ho detto che non volevo più lavorare con lui e subito dopo ha cominciato a piangere – dice Song durante la ripresa a sua insaputa -. Lui è venuto da me per parlarmi prima della partita contro la Serbia, ma io l’ho bloccato subito e gli ho detto che non avevo tempo perché stavo preparando la partita per i miei giocatori. Poteva venire prima e non mentre preparavo il match. Il giorno precedente l’ho chiamato io ma lui non è voluto venire, quindi significa che c’è un problema. Dopo cosa fa? Si allena e poi fa il suo giochetto con i piedi, infatti, l’ho chiamato e gli ho detto ‘Caro André, questi giochi con i piedi sono rischiosi. Devi giocare con la palla laterale perché è più facile recuperare tempo quando la perdi e tornare subito in porta”.

L’allenatore dei Leoni Indomabili continua a raccontare: “Il presidente Samuel Eto’o ha appoggiato la mia decisione. Durante l’allenamento parlo con i ragazzi più maturi, lui viene da me e mi chiede spiegazioni, gli rispondo ‘Io non parlo con te, chi sei?’ ho chiuso l’allenamento in anticipo per colpa sua. Sono andato da lui e gli ho detto ‘Ragazzo, mi hai rovinato questo allenamento’. Il presidente osservava dalla tribuna, lui è andato da Eto’o con la speranza di guadagnare il suo appoggio, però Eto’o gli ha risposto che doveva parlare con me e non con lui”, conclude Song.

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