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Schweinsteiger: “Il mio rimpianto più grande? L’Inter. Ecco come andò”

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Per Bastian Schweinsteiger il rimpianto più grande si chiama Inter. L’ex centrocampista della Germania e del Bayern Monaco ha parlato in un’intervista ai microfoni di Rai Sport. Queste le sue parole direttamente dal Qatar:

“Vi dico che nel 2008 stavo per andare all’Inter, mancavano solo dei piccoli dettagli – dice Schweinsteiger -. A Milano era arrivato José Mourinho, invece al Bayern c’era Jurgen Klinsmann che stava cercando di portare a tutti i costi Aljaksandr Hleb dall’Arsenal. Io e lui giocavamo nello stesso ruolo, così io potevo cercare un altro club e lui mi avrebbe sostituito”.

Schwein continua: “Mou voleva che l’affare si concludesse, mi voleva all’Inter. Insomma, tra il club nerazzurro e il Bayern mancavano solo le firme. Dopo succede che il Barcellona si mette in mezzo tra Bayern e Hleb, così il giocatore bielorusso finisce in Catalogna. A quel punto i bavaresi decisero di non vendermi più e rifiutarono di firmare. All’Inter finiscono Quaresma dal Porto e Mancini dalla Roma. Per me rimane il rimpianto più grande perché sono un amante dell’Italia. Ma in qualche modo ho cercato di rimediare, sposandomi proprio in Italia. Da voi vengo ogni volta che ho la possibilità, adesso dovete venire a giocare l’Europeo da noi, non fate scherzi”, conclude.

Rai Sport

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Zanetti: “Sinisa uomo generoso e onesto. Quante sfide col Chino!”

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via Getty Images

Javier Zanetti, ex capitano e ora vice presidente dell’Inter, ha voluto raccontare Sinisa Mihajlovic con la maglia della Beneamata. Queste le sue parole:

“Stavamo per scendere in campo e poi la vita ha voluto ricordarci che tutto può cambiare da un momento all’altro. Abbiamo fatto un minuto di silenzio per Sinisa e scritto il suo nome con il numero undici col pennarello”. 

IL PRIMO CONTATTO CON SINISA

“Lo ricordo benissimo durante un match tra Inter e Sampdoria. Lo conoscevo dai tempi della Stella Rossa con cui aveva vinto anche la Champions League. Aveva iniziato da terzino, un difensore molto forte e ora che la costruzione dal basso va di moda con i suoi piedi si costruiva alla grande. Pazzesche le sue punizioni, davvero. Le ricordo bene all’Inter, con il Chino Recoba e Sebastian Veron faceva delle sfide ad Appiano Gentile. Quante sfide direi!”.

SINISA UOMO

“Un uomo onesto e molto generoso. Amava fare gruppo, sapeva scherzare un sacco ed era sempre positivo. Ricordo bene la Coppa Italia vinta grazie ad una sua punizione. Per me Sinisa è stato una persona vera – dice Zanetti -, un compagno vero. Sempre leale. Un uomo che aveva vissuto tutte le difficoltà nella vita. Legati da tanti momenti. Quando lo incontrai dopo l’annuncio della malattia, ci abbracciamo forte e lo vidi sorridente: che grande lezione da parte sua!”.

Zanetti conclude: “Il suo carattere era molto diverso dal mio, è vero, però stare con lui era davvero un enorme piacere. Non dimenticherò mai il suo arrivo all’Inter perché dopo cambiò tutto e iniziò il nostro ciclo vincente. Sinisa non era diplomatico, ma non ho mai pensato che lui avrebbe potuto evitare di esprimere un parere con modi abbastanza diretti. Lui raramente esprimeva qualcosa fuori luogo, per lui provavo un grande rispetto. Era un uomo profondo e ogni sua parola aveva senso”, ha detto l’ex capitano.

Pastorello: “Joao Mario incredibile ma non poteva rimanere più all’Inter”

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Ai microfoni di TuttoMercatoWeb, Federico Pastorello, agente Fifa, ha parlato di Joao Mario e del suo passato con la maglia dell’Inter. Queste le sue parole:

“La storia di Joao Mario è fantastica. Tutti i club d’Europa chiedono di lui e siamo molto felici per questo. La sua carriera fa capire che l’Inter non aveva visto male nell’investire su di lui, nonostante alcuni problemi. Purtroppo in Italia è stato deriso ed etichettato come il problema della squadra, come spesso succede nel nostro paese, ma poi è stato dimostrato che così non era. E’ una cattiva abitudine quella di attaccare i calciatori a prescindere, è così da anni qui in Italia ed è un vero peccato. All’estero ho notato un po’ di più di pazienza rispetto a noi”. 

Pastorello continua: “E’ un giocatore fortissimo. A Parigi contro il Psg in Champions League ha fatto una partita straordinaria mostrando professionalità e personalità. Più il livello è altro più Mario si sente a suo agio. E’ nella sua natura. Merita tutto questo che sta vivendo al Benfica, è un ragazzo straordinario e lo ringrazio per la fiducia nei miei confronti e nella nostra agenzia. Non poteva più rimanere a Milano. Il motivo? Noi l’abbiamo preso in un momento particolare della sua carriera calcistica, tanti tifosi lo criticavano e non lo volevano più vedere a Milano. Insomma, non un bel momento e così abbiamo deciso di cambiare aria. I giudizi nei miei confronti erano molto forti, ho preso tanti insulti dopo il ritorno di Lukaku al Chelsea. Aggiungo che Mario avrebbe potuto rimanere in nerazzurro per tantissimi anni per le sue qualità”, conclude.