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Ufficiale – Inter-Arabia Saudita, ottenuta la licenza del Ministero degli Investimenti. E’ il primo club in assoluto

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Oggi l’Inter ha formalizzato in via ufficiale il proprio impegno verso l’espansione strategica in Arabia Saudita. Grazie alla licenza MISA ottenuta dal Ministero degli Investimenti, il club nerazzurro potrà operare a livello commerciale sul territorio arabo.

L’Inter fa sapere che porterà in Arabia Saudita il proprio know-how, i valori e l’esperienza che caratterizzano una squadra di calcio ai massimi livelli. Oltre che la propria storia e la tradizione come società di calcio dal blasone globale, l’Inter importerà anche l’eccellenza del Made in Italy che il club interista rappresenta. Questo ingresso nel mercato arabo permetterà alla società di estendere la propria fanbase di tifosi, facendo appassionare la popolazione giovane in crescita dell’Arabia. La licenza commerciale ottenuta dallo stato arabo è stata ufficializzata oggi il 16 ottobre 2024. Alla cerimonia di consegna erano presenti Alessandro Antonelli, amministratore delegato del club nerazzurro, Javier Zanetti, vicepresidente e Luca Danovaro, Chief Revenue Officer.

Dunque, va sottolineato che l’Inter è il primo club di calcio internazionale ad ottenere la licenza del Ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita. Una licenza, che oltre ai dettagli sopracitati, consentirà di collaborare anche con le aziende locali e contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nella Vision 2030.

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Cafu: “Emerson Royal grandissimo giocatore. Scudetto? Vincerà la Roma, invece il Milan vincerà la Champions”

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Tra gli ospiti del Festival dello Sport, c’era anche l’ex giocatore brasiliano Cafu. L’ex terzino di Roma e Milan ha raccontato alcune sue tappe della carriera e non solo. Queste le sue parole:

“In realtà non dovevo andare alla Roma, ma al Parma. Zeman mi voleva a tutti i costi perché correvo tantissimo e con lui si correva davvero tanto. Alla Roma poi ho vinto uno scudetto ed è stato molto bello. Dopo la Roma dovevo andare in Giappone perché avevo un precontratto con lo Yokohama, mi chiamarono Braida e Leonardo e a trentatré anni andai a vestire la maglia del Milan. All’inizio dovevo giocare giusto dodici partite a stagione, poi le giocai tutte fino a trent’otto anni. Non mi piaceva riposare mai”.

Cafu continua: “Vedo sempre il campionato italiano, è molto combattuto. Chi vincerà lo scudetto? Lo vincerà la Roma, invece il Milan vincerà la Champions League. Emerson Royal? Il mio connazionale è un grandissimo calciatore. Mi fido tanto del Milan, altrimenti non l’avrebbe mai comprato. Lui è un grande giocatore e lo ha fatto vedere ovunque ha giocato. In Premier League ha fatto molto bene e farà bene anche in Italia”, ha concluso.

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Palmeri: “Miserabile sciacallaggio sull’Inter e su Inzaghi dai media che campano di populismo d’attacco”

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Nel suo editoriale per Sportitalia, Tancredi Palmeri, giornalista e opinionista, ha attaccato alcuni giornali e media sulla situazione ultras che riguarda l’Inter e Simone Inzaghi. Queste le sue parole:

“Trovare qualcosa di contestabile che non sia oltre il fatto che una entità così in vista debba abbozzare ascoltando senza doversi compromettere. Alcuni contatti sono stati sistematicamente concordati mettendo a conoscenza le autorità, passaggio molto importante, perché l’Inter non a caso ha fatto bene a ribadire. Lo stato dell’arte a oggi è proprio questo. Ma nel frattempo non si può non registrare un tale e miserabile sciacallaggio sull’Inter, ma soprattutto su Simone Inzaghi. Questa caccia alle streghe è proprio vergognosa, che guarda caso, una scena che arriva da parte di elementi o media che campano solo di populismo d’attacco, giusto per racimolare l’attenzione che arriva da bassi istinti dei tifosi di riferimento”.

Palmeri aggiunge: “E’ un odio che aiuta a vendere per due spicci qualche copia in più e darsi un minimo di riconoscibilità quando altrimenti sarebbe troppo difficile costruirsela, facendo un lavoro su una professionalità che non è in possesso. Si chiama sciacallaggio a buon mercato che in fin dei conti si riconduce nel fare tutto il possibile per poter vincere il proprio scudettino. Allucinazione collettiva che non ha a che vedere niente con l’importante interesse sociale, perché delle cause in sé non interessano a nessuno se non all’ottica di prendere qualche vantaggio per la propria squadra e danneggiare l’avversario”.

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