Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, è stato ospite del podcast di Fedez Wolf. Queste le parole del dirigente nerazzurro:
“Perché ho lasciato la Juve? Penso che quando si arriva ad una certa età, è giusto dare spazio ai più giovani. In bianconero c’era una realtà dirigenziale fatta di dirigenti bravi, tra cui Andrea Agnelli. E’ giusto che loro abbiano voluto impostare questo rinnovamento, diciamo che fu un cambiamento fisiologico. Il rinnovo con l’Inter fino al 2027? Devo ringraziare la famiglia Zhang. Lo stadio? Fino al 2027 avrò 70 anni e noi abbiamo l’idea Rozzano. Due stadi per le squadre di Milano? Lo stadio è dove si trasmette il senso di appartenenza, però ci sono anche grandi vantaggi economici. Noi rispettiamo San Siro come icona, perché è stato un contenitore di passioni ed emozioni. Però è arrivato il momento di essere anche cinici, pensate a cosa è successo ad uno stadio come Wembley. Se fossimo stati i proprietari di San Siro avremmo potuto superare con facilità le problematiche burocratiche che esistono nel nostro paese”.
Marotta continua: “Stiamo spaccando in Serie A? Dirlo in questo modo è troppo, diciamo che siamo in una fase interlocutoria. Moggi dice che l’Inter vincerà il campionato perché ha la rosa più lunga? Mi tocco… Comunque si, abbiamo un organico numerosamente competitivo con due giocatori importanti per ruolo. Le Curve? Rappresentano una parte di tifo molto positivo, sono un fenomeno passionale. Poi si verificano delle situazioni spiacevoli che succedono nella vita quotidiana, però gli atti di violenza all’interno dello stadio sono nettamente diminuiti rispetto agli anni settanta e ottanta”, conclude il dirigente.