Il fallo di mano di Sadio Mané nell’area del Bayern Monaco ha fatto discutere molto. Sul tiro di Nicolò Barella, l’arbitro di Bayern Monaco-Inter Ivan Kruzliak ha giudicato non falloso il tocco di Mané. Per il direttore di gara si è trattato di “protezione del viso”, decisone inspiegabile che fa storcere il naso a molti esperti e arbitri. Tra questi c’è l’arbitro statunitense Christina Unkel che non ha compreso la decisione del direttore di gara e ha voluto pungere così sui social:
“Per tutti coloro che mi chiedono se era rigore o no, vi dico si. Quello era un calcio di rigore netto che per qualche strana decisione è stato manipolato dall’arbitro. Il calciatore doveva essere punito perché fa un gesto falloso. Qualcuno parla di regolamento ma la distanza del tiro non giustifica la decisione dell’arbitro – dice Unkel -. Il VAR ha fatto un ottimo lavoro perché ha chiamato l’arbitro della partita a rivedere le immagini del fallo, solo che quest’ultimo ha in mano la decisione finale. Il VAR in questo caso non può fare nulla, informa e consiglia l’arbitro, solo che la protezione del viso non ha proprio senso in un calcio di alto livello, anzi, finisce all’età di 8 anni”.