Garlando: “L’esempio di Facchetti, Adriano e Icardi. Danilo e Cuadrado pensavano al rosso a Lukaku”

Luigi Garlando, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha parlato dello spettacolo pietoso a fine partita tra Inter e Juve. Queste le sue parole:

“Martedì sera allo stadio Allianz di Torino è mancato solo il ciak di un regista. E’ stato girato uno spot perfetto, un capolavoro di marketing al contrario, perché è bene evitare il calcio italiano, insomma, il messaggio è stato impeccabile e nulla è mancato. In una notte sola potevamo offrire solo il peggio, a cominciare da quello schifo del razzismo. Volti cambiati dall’odio che davano della ‘scimmia’ a Romelu Lukaku solo per la mano alla fronte e un dito sulle labbra. Esultanza che avevamo già visto con la sua nazionale, per l’esattezza, richiama i giocatori congolesi contro la guerra dimenticata nel loro paese. L’attaccante belga guardava la curva bianconera e ha detto ‘muti’? Aveva fatto un fallaccio? Non esiste una ragione al mondo che giustifichi questo razzismo”. 

Garlando continua: “Con gli slogan non si cambia niente. Anzi, qualcosa è cambiato, come Zoro che venne consolato dal giocatore dell’Inter Adriano, oppure Koulibaly che fu abbracciato dall’allora capitano nerazzurro Icardi. E poi c’erano Danilo e Cuadrado che si preoccupavano che Romelu fosse espulso. Il giorno di Zoro, un certo dirigente nerazzurro Giacinto Facchetti, si mise davanti alle telecamere e chiese scusa al Messina. Eh si, una volta c’erano uomini di questo calibro”.

La Gazzetta dello Sport

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